CENTRO ANTI-BLASFEMIA
S.MARIA MADDALENA NE SI SPOSO' CON GESU' NE SI RECO' MAI IN FRANCIA-ALCUNE TESTIMONIANZE
SANDRA MIESEL
Sebbene molti ancora raffigurino la Maddalena come la peccatrice che unse Gesù e la considerino uguale a Maria di Betania, tale confusione è in realtà opera successiva del Papa S. Gregorio Magno. L'Oriente le ha sempre mantenute separate e ha sempre affermato che la Maddalena, "apostola degli apostoli", morì a Efeso. La leggenda del suo viaggio in Provenza non è anteriore al IX secolo, e i suoi resti non vi furono riportati fino al XIII secolo. I critici cattolici, inclusi i Bollandisti, hanno sfatato la leggenda e distinto le tre donne fin dal XVII secolo.
Brown usa due documenti gnostici, il Vangelo di Filippo e il Vangelo di Maria, per provare che la Maddalena era la "compagna" di Cristo, intendendo la partner sessuale. Gli apostoli erano gelosi che Gesù fosse solito "baciarla sulla bocca" e la favorisse nei loro confronti. Brown cita esattamente gli stessi passaggi citati nel Santo Graal e nella Rivelazione dei Templari e raccoglie persino il secondo riferimento dall' Ultima Tentazione di Cristo . Ciò che questi libri tralasciano di menzionare è l'infamante versetto finale del Vangelo di Tommaso. Quando Pietro sogghigna che le "femmine non sono degne della vita", Gesù risponde: "Ecco io la guiderò in modo da farne un maschio.... Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli". (traduzione tratta da L. Moraldi, Vangeli apocrifi , Piemme, Casale Monferrato 1996; ndr)
Questo è certamente uno strano modo di "onorare" la propria sposa o di esaltare lo status delle donne.
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VITA DEI SANTI-CHIESA ORTODOSSA FRANCESE
S.M.MADDALENA-STORICAMENTE VISSE E MORI' AD EFESO-ANCORA ESISTE LA SUA TOMBA-S.GREGORIO DA TOURS LA VISITO' E SCRISSSE DI QUESTO.
S.Gregorio Da Tours,viveva in Francia e frequentava la corte dei Franchi di cui scrisse libri,i Franchi sono i figli dei Merovingi,ora chi meglio di S.Gregorio da Tours,poteva saperre se S.M.Maddalena visse in Francia?
Le leggende delle S.Marie del mare non hanno nessun fondamento,sono tardive,inventate dai provenzali,dopo i presunti ritrovamenti dei resti di S.M.Maddalena,siccome da Efeso erano stati spostati a Costantinopoli e poi forse a Marsiglia,quando i crociati cercavano di salvare le relique dal saccheggio dei musulmani.
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LOREDANA PENNATI
Quanto contenuto nei Vangeli rinvenuti nel I secolo e narrato separatamente da Luca, Marco, Matteo e Giovanni, menziona la Maddalena come pia seguace di Gesù, dal quale era stata liberata da sette demoni; la ripropone sul Calvario e alla sepoltura, testimone della sparizione del corpo fisico di Gesù e privilegiata dall'incontro del Risorto, il quale le affida il compito dell'annuncio del Suo ritorno ai discepoli. Gli evangelisti la citano come facente parte del gruppo di donne che seguiva il Maestro; ma i ruoli che le sono stati attribuiti dalla tradizione successiva sarebbero in realtà riconducibili a due o tre donne diverse, in un'epoca e in un contesto geografico nel quale molte donne portavano il nome di Maria (come la stessa madre di Gesù) e venivano distinte tramite la menzione della provenienza o della parentela. Nel suo caso si tratta di Maria della città di Magdala. A posteriori sbrigativamente identificata con una meretrice probabilmente anche a causa del fatto che era stata liberata da sette demoni, non sarebbe nemmeno stata protagonista dei due episodi evangelici di unzione dei piedi del Signore: il primo compiuto dalla vera meretrice, che ottiene la remissione dei peccati bagnandoli con le proprie lacrime, ungendoli di olio profumato e poi asciugandoli coi lunghi capelli; il secondo invece compiuto da Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro.
Dopo aver recato l'annuncio "Ho visto il Signore", Maria di Magdala svanisce dal quarto Vangelo e dal Nuovo Testamento.
Secondo gli studiosi non vi fu mai, nei primi secoli, l'intenzione di screditare la figura della Maddalena e della sua santità; anche la tardiva ipotesi di accostamento alla meretrice compiuta da Papa Gregorio Magno serviva più che altro ad esaltare lo stato di grazia derivato dal pentimento che le consentì il privilegio di essere la prima testimone alla Resurrezione.
Si deve all'insigne umanista e filosofo francese Jacques Lefèvres d'Étaples (meglio conosciuto come Faber Stapulensis, circa 1450-1536), uomo dal temperamento profondamente religioso, il primo organico tentativo di rimettere in discussione il problema dell'identità di Maddalena, di Maria di Betania e della peccatrice come figure distinte, innescando la polemica tra studiosi nota come "questione delle tre Marie".
La "leggenda" dello sbarco nella Francia meridionale della Maddalena e di altre due Marie, episodio che avrebbe dato il nome al piccolo villaggio provenzale Les Saintes Maries de la Mer, cominciò invece a circolare nel IX secolo. Per motivi più prosaici che spirituali, i benedettini dell'Abbazia di Vézelay in Borgona iniziarono ad asserire di custodire il corpo della Santa, allo scopo di ravvivarne il culto e di promuovere così i pellegrinaggi. Nel 1265-67 i monaci nella basilica ormai ribattezzata col nome della Santa organizzarono l'ostensione e la traslazione dei presunti resti della Maddalena, facendo fiorire tutta una letteratura agiografica relativa alla Maddalena e al lancio del suo culto religioso in Francia e in Italia. Ma di lei come sposa di Gesù nessun accenno venne mai fatto se non dalla fine dell'ottocento.
"Prima del secolo X non vi è traccia alcuna di qualche luogo di culto in occidente dedicato alla Maddalena. La tradizione più antica riteneva che il corpo della santa fosse stato conservato prima a Efeso, poi a Costantinopoli; proprio a Efeso, si credeva, la Maddalena aveva terminato la sua esistenza terrena, vivendo accanto a Maria e a Giovanni.
LOREDANA PENNATI CHIEDE AL DOTT.M.ARTURO IANNONE
Quando nasce questa idea della Maddalena sposa di Gesù?
"In pratica, nasce nella "controcultura" parigina di fine Ottocento formata da artisti contestatori, spesso impegnati nell'occultismo, che volevano scuotere le convenzioni. Per esempio, nel 1888 fu rappresentata a Parigi l'opera L'amante du Christ scritta da Darzens e l'amante era naturalmente la Maddalena".
Perché la Maddalena?
"E' una figura chiave. La più vicina a Gesù. Dunque, "aggiustare" lo status della Maddalena significava, per riflesso, "aggiustare" anche la figura di Gesù. Nel 1896 fu pubblicato il Vangelo di Maria (Maddalena), un apocrifo importante che rafforzò il femminismo. Nei quadri, nei romanzi, la Maddalena divenne una femme fatale. Lawrence, autore de L'amante di Lady Chatterley, scrisse un racconto sulla Maddalena e Gesù intitolato Il risorto, pieno di doppi sensi."
Brown paragona la coppa del Graal al grembo della Maddalena. Possibile che questo paragone non sia mai affiorato prima?
"No, è idea moderna con una precisa origine Fu elaborata dalla più celebre società magica dei primi del Novecento, l'Alba Dorata, che aveva sedi a Parigi e Londra. Ben frequentata, molto chic, le sue dottrine s'ispiravano alla gnosi. Sosteneva che ogni aspetto maschile andava bilanciato con uno femminile, il "femminino sacro". Gli adepti inventarono meditazioni collegando la femminità al Graal dove appare un'Iside che dice "Io sono la coppa del Graal, io porto il sangue regale"."
E gli studiosi del cristianesimo antico, i biblisti, che ruolo hanno avuto?
"Sono arrivati molto dopo. L'interesse è montato quando è iniziata la caccia all'apocrifo più clamoroso, una caccia che ha costruito carriere importanti. Arrivò il Sessantotto, i Jesus Freaks, Jesus Christ Superstar. E nel 1970 due libri: Gesù era sposato? di Phipps, che coinvolgeva la Maddalena. E Il mortale segreto dei templari dell'occultista Ambelain per il quale la sposa di Gesù non era la Maddalena ma Salomé. E il matrimonio era conosciuto dai Templari. Ovviamente. Ambelain e Phipps ispirarono 25 anni fa Il Santo Graal di Baigent e soci…
SANGUE REALE
La tesi secondo cui Sacro Graal sarebbe in realtà il Sang Real, nel libro viene rafforzata dall'ipotesi che la stirpe reale avrebbe un'origine non solo paterna - cioè Gesù Cristo della stirpe di Davide discendente di Salomone, re dei giudei - ma anche materna, in quanto Maria Maddalena proveniva dalla Casa di Beniamino. Cosa può dirci in proposito?
"La provenienza dalla Casa di Beniamino è completamente inventata, e non compare in nessuna fonte antica, né canonica né apocrifa"
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ANDREA NICOLOTTI INTERVISTATO DA LOREDANA PENNATI
IL VANGELO DI FILIPPO
Professor Nicolotti, oltre ai vari svarioni storici compiuti da Dan Brown, pare che, come da lei indicato, il rapporto tra Gesù e la Maddalena ricavato dal Vangelo di Filippo sia in realtà poco conciliabile con la sua autentica dottrina.
"La lettura di qualche isolato passo, estrapolato dal contesto, non permette al lettore di farsi un'idea adeguata delle caratteristiche di quel testo. Si tratta di un'antologia di passi tratti da sermoni, catechesi, o scritti dei seguaci di Valentino, uno gnostico nato in Egitto attorno all'anno 100 d.C. Una prima stesura del testo avvenne probabilmente in Siria, tra il II ed il III secolo, in greco; ma del Vangelo di Filippo ci rimane solo una traduzione in copto che risale al IV secolo. Lo gnosticismo di Valentino si caratterizzava tra l'altro per un infinito disprezzo del mondo creato, elemento che generalmente si esplicitava in un'assoluta condanna della fisicità e nel rifiuto della riproduzione e della sessualità, intesa come impurità. Il Gesù del Vangelo di Filippo non è un Gesù più "umano" di quello dei quattro Vangeli della tradizione, come Brown sembra ritenere: è invece un uomo apparente, un essere fondamentalmente spirituale. Non è certamente una figura che desideri sposarsi e dare origine ad una discendenza di carne "
La frase riferita alla Maddalena "Cristo l'amava più di tutti gli altri discepoli e soleva baciarla spesso sulla bocca", contenuta in quelli che Teabing - il personaggio che nel romanzo impersona lo storico che conosce tutti i retroscena del sacro Graal e delle sue origini - designa come "Rotoli di Nag Hammadi" (in realtà codici in pelle a forma di libro, non papiri arrotolati), ritrovati intorno al 1945 - non sarebbe leggibile, così come non si parlerebbe mai di una "moglie" di Gesù.
"La pagina del manoscritto in cui si dice che Gesù baciava la Maddalena è in parte illeggibile; secondo alcuni studiosi avrebbe potuto esserci scritto "baciare sulla bocca", secondo altri qualcos'altro ("sulla guancia" o "sulla fronte", ad esempio). In ogni caso, il bacio sulla bocca in quel contesto culturale non era un segno di amore carnale, ma un bacio rituale e spirituale che gli Gnostici si scambiavano tra loro. È per questo che in altri testi affini Gesù e la Maddalena baciano gli altri apostoli, indifferentemente. Secondo l'autore del romanzo, poi, il fatto che la Maddalena sia detta "compagna" di Gesù significa, "come ogni esperto di aramaico potrà spiegare", che ne era la moglie. Ma Brown non sa che l'aramaico c'entra col copto ed il greco come l'italiano col cinese, e che il termine koinonos va preferibilmente tradotto "compagna, amica, socia, compartecipe". Per indicare la moglie, il Vangelo di Filippo usa una parola diversa (shime)".
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MASSIMO INTROVIGNE
Quanto alla Maddalena, lo gnostico Vangelo di Tomaso, che piace tanto a Dan Brown, ben lungi dall’essere un testo proto-femminista ne fonda la grandezza sul fatto che «[...] si fa maschio». A Simon Pietro che obietta «Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita», Gesù risponde: «Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli» (Vangelo di Tomaso, 114). Certo, vi è qui una nozione gnostica di androginia che non va presa necessariamente alla lettera: ma siamo comunque ben lontani dal femminismo. Né si parla di figli di Gesù Cristo e della Maddalena.
Brown insiste pure su un brano del cosiddetto «Vangelo di Filippo», dove si leggerebbe che «la Maddalena era la compagna del Salvatore. Cristo la amava più degli altri discepoli e la baciava sulla bocca». Gli specialisti fanno osservare che non esiste a rigore nessun «Vangelo di Filippo» (questo titolo è stato attribuito da studiosi moderni a un testo che di titolo è privo), che la parola copta (questa la lingua in cui ci è pervenuto il testo, anche se Dan Brown pensa erroneamente che si tratti di aramaico) tradotta con «compagna» ha una pluralità di significati, e che in corrispondenza della parola «bocca» nel testo c’è una lacuna, per cui la frase suona «la baciava su…», e «sulla bocca» è una congettura desunta dal fatto che altri personaggi nello stesso testo e in testi della stessa epoca ricevono «baci sulla bocca», a indicare una stretta comunanza spirituale. Ma queste obiezioni da specialisti non sono neppure necessarie a fronte del fatto che il cosiddetto «Vangelo di Filippo» è piuttosto un catechismo gnostico di scuola valentiniana del tardo II o del III secolo. Come tale, non aspira a trasmettere informazioni reali sul Gesù storico ma solo a dire che cosa deve credere un buon gnostico valentiniano che, a questo punto della storia, fa già parte di una religione diversa e separata dal cristianesimo della «Grande Chiesa». Una lettura completa del cosiddetto «Vangelo di Filippo» mostra la contrapposizione radicale che questa scuola gnostica, agli antipodi di Dan Brown e de Il Codice Da Vinci, stabiliva fra il nostro mondo com’è, creato da un Dio minore e malvagio, e l’ideale mondo degli gnostici. Le caratteristiche più evidenti del carattere decaduto e malvagio di questo mondo sono la sessualità e la procreazione. Il rapporto che Gesù ha nel testo con i discepoli e con la Maddalena è un rapporto del tutto privo di caratteri sessuali, e il «bacio» che ne è il simbolo sta precisamente a indicare questo mondo alternativo.
La storia relativa a Gesù Cristo e a Maria Maddalena nasce tra il 1969 e il 1970, quando della vicenda del Priorato di Sion comincia a interessarsi un attore inglese che aveva recitato nello sceneggiato televisivo The Avengers (in Italia Agente speciale) negli anni 1960 con il nome di Henry Soskin, ed era poi diventato regista di documentari su soggetti misteriosi con il nome di Henry Lincoln. Questo attore e documentarista inglese entra in contatto con il trio de Chérisey - Plantard - de Sède e decide di riscrivere la storia de L’Or de Rennes in una forma più adatta al pubblico di lingua inglese, presentandola prima in tre documentari trasmessi dalla BBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato nel 1982 con l’aiuto di Michael Baigent e Richard Leigh The Holy Blood and the Holy Grail (tradotto in italiano nello stesso anno come Il Santo Graal, Mondadori, Milano). Lincoln si rende conto che a chi spetti il titolo di pretendente al trono di Francia è di scarso interesse per il pubblico inglese. Nello stesso tempo era stato introdotto da Plantard nel piccolo mondo delle organizzazioni esoteriche francesi dove aveva conosciuto Robert Ambelain (1907-1997), una figura notissima di questo ambiente. Nel 1970 Ambelain aveva pubblicato Jésus ou Le mortel secret des templiers (Robert Laffont, Parigi), dove sosteneva che Gesù Cristo aveva una compagna, pur non essendo legalmente sposato, e identificava questa «concubina» in Salomé. Lincoln mette insieme la storia del matrimonio di Gesù, che ricava da Ambelain, con quella dei Merovingi di Plantard e «rivela» che i Merovingi protetti dal Priorato di Sion sono importanti, ben al di là della rivendicazione del trono di Francia, perché discendono da Gesù Cristo e dalla Maddalena.
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