giovedì 17 gennaio 2008

PER COLPA DI TUTTI QUESTI ROMANZI E FILMS FALSI E BLASFEMI LA GENTE FA CONFUSIONE SU TUTTO IL CRISTIANESIMO COMPRESA S.M.MADDALENA

Le due Maddalene
Da: anti(at)tini.it (Antitroll)
Gruppi: it.cultura.religioni
Organizzazione: http://www.newsland.it/
Data: Sep 25 2007 12:06:55

Il seguente messaggio è stato da me postato un paio di anni fa su di un
altro forum.

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In un precedente post ho affermato che Mariamne di Magdala fu la madre di
Gesù e che sposò (in seconde nozze) Giovanni il Battista. Molti tra coloro
che hanno letto questo post probabilmente hanno sorriso, pensando ad uno
dei tanti "scoop" che appaiono nei forum e che si vogliono far passare per
mere fantasie. A volte è così, ma non sempre. Con l'"affair" Il Codice da
Vinci sono apparse le più strane ed a volte le più sconcertanti fantasie
in merito all'argomento; del resto prevedibili per una vicenda che, grazie
soprattutto al Vaticano, è diventata argomento di discussione in molti e
variegati ambienti.

Ovviamente gli "scagnozzi" e i vari pasdaran dislocati da clero per
disinformare e mascherare quanto emergerva in internet e nei canali
mediatici, sia pubblici che privati, non prendevano di mira solo le mere
fantasie, ma anche e soprattutto ciò che fantasie non erano! Così, è molto
probabile che tra coloro che hanno letto i miei post ci siano stati anche
di quelli che hanno aggrottato la fronte: testimoni "informati" dei
fatti!....

Tornando al discorso di Mariamne e di Giovanni, ci sono, come è stato
detto, documenti cristiani in lingua copta del III secolo in cui è
affermato esplicitamente che Maria Maddalena era la madre di Gesù. Per
coloro che non avessero letto tutti i miei post, giova ribadire che vi
furono DUE Maddalene, per cui l'affermazione secondo la quale Maria
Maddalena (Mariamne di Magdala) fosse la madre di Gesù non è
inconciliabile con l'affermazione, divenuta oggetto di polemiche in tutto
il mondo, grazie a Dan Brown, secondo la quale Maria Maddalena (Maria
Elena Salome di Magdala) fosse la moglie di Gesù!

Secondo il clero falsario, l'espressione "di Magdala" vorrebbe
sottintendere il concetto "proveniente da Magdala": una presunta località
nei pressi del lago di Tiberiade. Oggi, in effetti, tale nome appare nelle
mappe geografiche, ma questo è dovuto alla sconcertante attività falsaria
del clero, la quale non si è limitata alle sole testimonianze letterarie,
ma ha coinvolto anche la geografia e l'archeologia, oltre che la storia!
Sino al IV secolo, infatti, la località "Magdala" era sconosciuta e per
gettare fumo negli occhi degli ignari pellegrini che si recavano in visita
in Terrasanta (fenomeno che ebbe origine proprio in quel secolo, sulla
scia dei viaggi compiuti da Elena, la madre di Costantino, in
Medioriente), vennero ribattezzate con tale nome due località: Magadan
(citata anche nei vangeli e NON indicata come località di provenienza
della Maddalena), per chi sosteneva che tale sito si trovasse ad est del
lago di Tiberiade; Dalmanutha, per chi sostesteneva invece che si trovasse
ad ovest. Ovviamente, nella realtà le cose non stavano affatto così e "di
Magdala" voleva dire ben altro che proveniente da una località chiamata
Magdala!!..

Tuttavia, per il nostro scopo possiamo anche accettare che la verità fosse
quella sbandierata dal clero falsario. A questo punto la domanda: se due
donne, chiamate entrambe Maria, provenivano dalla stessa località chiamata
Magdala, cosa ci può essere di strano se entrambe fossero state indicate
come Maria di Magdala o Maria Maddalena?...Da tenere presente, tuttavia,
che solo una si chiamava Maria, mentre l'altra, la madre di Gesù, si
chiamava in realtà Mariamne. L'altra "Maria di Magdala" si chiamava Maria
Salome, detta Elena, detta Sara. E' tuttavia probabile che la donna si
chiamasse semplicemente Salome (come appare nel vangelo di Tomaso, loghion
61) e che "Maria" venne aggiunto dai falsari per creare la necessaria
ambiguità, atta a permettere loro di fondere i due personaggi in un solo
carattere.

Al fine di portare testimonianza concreta a quanto sopra affermato,
vediamo questo stralcio di articolo di mons. G. Ravasi, uno dei più
"ferrati" esegeti secondo la stima degli ambienti confessionali e laici,
apparso sul quotidiano Il Corriere della Sera di qualche tempo fa:

"..Ora, questo stesso gesto verrà ripetuto nei confronti di Gesù da
un’altra Maria, la sorella di Marta e Lazzaro (Giovanni 12,1-8). E,
così, si consumerà un ulteriore equivoco per Maria di Magdala, confusa da
alcune tradizioni popolari con Maria di Betania, dopo essere stata confusa
con la prostituta di Galilea. Ma non era ancora finita la deformazione del
volto di questa donna. Alcuni testi apocrifi cristiani composti in Egitto
attorno al III secolo, identificano Maria di Magdala persino con Maria, la
madre di Gesù! E lentamente la sua trasformazione è tale che essa diventa
un simbolo, ossia un’immagine della sapienza divina che esce dalla
bocca di Cristo.
È per questo — e non per maliziose allusioni a cui saremmo tentati
di credere a una lettura superficiale — che il Vangelo apocrifo di
Filippo dice che Gesù «amava Maria più di tutti i discepoli e la baciava
sulla bocca»."

Il testo sopra è tratto dalla seguente pagina WEB:
http://www.santamelania.it/approf/2005/saggi/ravasi01.htm
Tuttavia è possibile trovarlo anche in altre, tramite un apposito motore
di ricerca.
Da notare che mons. Ravasi parla di "apocrifi cristiani" e non gnostici!

Nella letteratura mandaica ed in quella rabbinica (Talmud e Toldoth Yeshu)
ci sono precise indicazioni secondo le quali Mariamne di Magdala fu la
madre di Gesù e questo non fa che confermare quanto riportato dagli
apocrifi copti e che tanto ha fatto "arrabbiare" mons. Ravasi e tanti come
lui che hanno qualche "risentimento" verso Dio, che ha fatto riaffiorare
verità che si pensava ormai sepolte per sempre nelle "sabbie" della
storia! Ma queste sabbie, nella fattispecie quelle dei deserti egiziani,
hanno invece conservato "impunemente" tali verità, per mettere alla
"prova" il santo clero!

Chiarito quanto sopra, rimane da dimostrare l'affermazione secondo la
quale Mariamne fu la moglie (in seconde nozze, come è stato già detto) di
Giovanni il Battista. Nella letteratura dei Mandei sia Mariamne che
Giovanni il Battista appaiono come figure centrali, carismatiche del culto
di questa setta. Addirittura la tradizione mandaica vorrebbe che a
fondarla fosse stata la stessa Mariamne. Tuttavia, la figura più
carismatica della setta dei Mandei è di gran lunga quella di Giovanni il
Battista.

L'equivoco sul fatto che i mandei ritengono che Maria (Mariamne: vedi
Ippolito - Naasseni) sia stata la fondatrice della setta dei Nasurei (gli
antenati palestinesi dei Mandei), nasce dal fatto che dopo l'uccisione di
Giovanni, Maria ed il figlio Giacomo il minore (fratellastro di Gesù e
figlio di Giovanni il Battista) furono le figure principali e guide di
tale setta. In realtà la setta dei Nasurei è antecedente allo stesso
Giovanni il Battista e, con molte probabilità, potrebbe essere nata
durante il periodo della dominazione ellenica sulla Palestina.

Anche il padre di Giovanni, Zaccaria, fu sicuramente un Nasureo (o
nazareno gnostico). Ciò lo si intuisce dal fatto che i Nasurei furono
degli "esseno-pitagorici", come ricordato anche da Giuseppe Flavio (il
quale aggiunge anche che questi esseni erano particolarmente stimati da
Erode il Grande). Come si sa, un aspetto peculiare della scuola pitagorica
era rappresentato dal fatto che gli adepti novizi dovevano osservare un
periodo di assoluto silenzio, il quale poteva andare dai 3 sino ai 5 anni.
Nel vangelo di Luca, infatti, è riportato che Zaccaria "divenne" muto!

dal vangelo di Luca:

[20] «Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui
queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali
si adempiranno a loro tempo».

Il "giorno in cui le cose avverranno" era, all'atto pratico, la fine del
periodo di totale silenzio imposto agli adepti della setta pitagorica.
Ovviamente, la seconda parte del passaggio venne aggiunta dai falsari, al
fine di mistificare il tutto e mascherare la verità che si celava dietro
la vicenda.

Nella letteratura rabbinica del Talmud è riportato che il padre naturale
di Gesù fosse stato un certo "Pandera". Il filosofo Celso, che nella
seconda metà del II secolo scrisse "Del Discorso Veritiero", per confutare
tutti gli inganni del clero cristiano di allora, ci dice nella sua opera
che Gesù fu il figlio naturale di un soldato romano di nome Panthera (o
soprannominato così). Scoperto l'inganno, il marito scacciò di casa
Mariamne. Dal momento che nell'opera di alcuni padri e dottori della
Chiesa troviamo il nome "Pandera" addirittura nella genealogia di Gesù, è
evidente che l'aspetto legato a questo nome, sia che si fosse trattato di
un soldato romano che di un giudeo, era ben conosciuto nell'antichità! Non
c'è alcun dubbio che l'intenzione di chi inserì tale nome nella genealogia
di Gesù, fu per obnubilare la "strana" parentela (di cui si "vociferava")
tra questo personaggio e lo stesso Gesù!

Una variante a quanto compare nel Talmud la troviamo nell'altro lavoro
rabbinico chiamato "Toldoth Yeshu" (storie di Gesù). Qui troviamo, a
differenza di quanto compare nei testi canonici, che il marito di Maria
(Mariamne) non fu Giuseppe ma GIOVANNI. Lo "scellerato" Giuseppe Pandera,
bello ed affascinante come un "guerriero" (descrizione esplicita che ci
riporta al soldato romano citato da Celso) carpì la buona fede di Maria ed
ebbe dei rapporti con lei. Il marito Giovanni, quando lo seppe dalla
stessa Maria, l'abbandonò e parti per andarsene per sempre in Babilonia.
Nella realtà dei fatti, fu Mariamne ad abbandonare il marito, che
all'epoca NON era Giovanni, per seguire l'uomo di cui si era perdutamente
innamorata (ricordiamoci di quanto è riportato nei vangeli canonici, in
merito alla figura della peccatrice: "..ella ha molto peccato perchè ha
molto amato!"). Non a caso nel Talmud troviamo che i giudei contemporanei
di Maria la chiamarono "STADA"! (contratto della locuzione ebraica
"stah-tah-dah": colei che ha abbandonato il marito). In Giuseppe Flavio si
parla invece di un "divorzio"..

Qui troviamo, dunque, che un "certo" Giovanni fu il marito di
Maria/Mariamne. Molto importante è la citazione relativa alla partenza
verso la Mesopotamia. In realtà non fu Giovanni ad andare in Mesopotamia
(anche perchè egli finì decapitato in Palestina!) ma la sua setta, la
quale più tardi verrà chiamata "setta dei Sabei/Mandei".

Da notare l'estrema importanza che riveste l'informazione "criptica"
contenuta in questo passaggio delle Toldoth. In pratica, l'autore (o gli
autori) ci ha voluto dare con esso ben tre distinte informazioni: la
prima, che un "certo" Giovanni fu il marito di Mariamne; la seconda, che
Giuseppe NON fu il marito di Maria, come affermato falsamente nei vangeli
(infatti si trattò del padre!!); la terza, che un "certo" personaggio,
noto come Pandera e bello come un "guerriero", fu il padre naturale di
Gesù (e del suo gemello Giuda Tomaso).

Ma la prova decisiva che Mariamne di Magdala, madre di Gesù, sposò
Giovanni, ci viene dall'arcivescovo Jacopo da Varazze, il quale lo affermò
nel suo lavoro "La Leggenda Aurea". Vediamo, nell'estratto di cui sotto,
ciò che esattamente egli scrisse in merito:

«Maria Maddalena prende il nome da Magdalo, un castello; nacque da nobile
lignaggio e da genitori di sangue reale..... Alcuni dicono che Maria
Maddalena fosse sposata con San Giovanni; quando Cristo lo chiamò dal
matrimonio e quando egli fu chiamato via da lei, ella si indignò per
l'abbandono di suo marito e si diede ad ogni tipo di lussuria. Ma poiché
non era giusto che la chiamata di San Giovanni fosse occasione per lei di
dannazione, nostro Signore la convertì ...»

Qui Jacopo lascia intendere che si sia trattato di Giovanni "evangelista
ed apostolo". Tuttavia la cosa è altamente improbabile, dal momento che
tale Giovanni fu il secondogenito di Gesù e quindi il NIPOTE di questa
Maria Maddalena!

Naturalmente Jacopo da Varazze (vissuto nel XIII secolo) non fu il primo a
parlare della Maddalena e del suo trasferimento in Gallia. Le notizie più
antiche di cui si dispone provengono dal lavoro del vescovo di Magonza
Raban Maar, vissuto nell'VIII-IX secolo, intitolato "La vita di Maria
Maddalena". Inoltre, sembra, che presso una biblioteca di Parigi siano
conservati manoscritti risalenti addirittura al VI secolo, in cui si parla
del viaggio della Maddalena nella Gallia meridionale (l'odierna
Provenza-Linguadoca). Alcuni studiosi ritengono che lo stesso Raban Maar
si sia ispirato a tali scritti.

Da tenere presente che, secondo le cronache falsarie, Ireneo (nativo di
Smirne, in Asia minore) venne mandato a Lyone (in Gallia) per
"evangelizzare" i pagani "gallici". In realtà, lo scopo principale fu
quello di contrastare la predicazione di un "certo" gnostico di nome Marco
(da ricordare che Giovanni era anche chiamato "Giovanni Marco"), che
parlava di Gesù come di Chresto e NON di Christo! Il suo messaggio penetrò
a tal punto nell'immaginario comune del tempo, che ancora oggi in Francia
i cristiani sono appellati "crestiani"! (chrètien è il contratto di
"chrestien", cioè "crestiano"). Ovviamente, Ireneo non doveva contrastare
la predicazione di Marco, il quale sicuramente era morto già da un bel
pezzo prima di lui (e NON in Gallia!), ma quella dei suoi seguaci.
Probabilmente i famosi "martiri" di Lyone non furono altro che i
discendenti dei seguaci del predicatore gnostico Marco: vale a dire dei
CHRESTIANI, i quali, come gli altri gnostici delle provincie romane
dell'Asia minore, erano fortemente invisi al mondo cattolico: diretta
espressione del potere imperiale-senatoriale dell'epoca!

Inutile dire che le narrazioni di cui sopra furono fieramente osteggiate
dalla Chiesa di Roma: esattamente come oggi si tenta di osteggiare il
lavoro di Dan Brown! Del resto, non è difficile capire i motivi di tanto
ostracismo. La narrazione di Jacopo da Varazze, infatti, contiene tre
punti cruciali circa la figura della madre di Gesù e che il clero ha
sempre cercato di mantenere disperatamente nascosti, non disdegnando di
ricorrere a qualsiasi misura (anche cruenta) pur di riuscirci. Questi
punti cardine sono: l'origine NOBILE di Maria, il suo matrimonio (in
seconde nozze) con Giovanni e la sua "deviazione" morale, così come
accennata da Jacopo: "..e si diede ad ogni tipo di lussuria". Nel Talmud
leggiamo che la madre di Gesù, "discendente di principi e governanti", si
diede alla prostituzione con dei 'carpentieri'. (falegnami).

Quest'ultimo indizio, ricorrente anche nei vangeli canonici, per ciò che
concerne la figura di Giuseppe presunto "sposo" di Maria Vergine (in
realtà il padre), sta probabilmente ad indicare l'attività imprenditoriale
dell'uomo con cui Maria Vergine fuggì da Gerusalemme (dal Rotolo di Safed
si ricava, per induzione, il suo nome: Halachmee). Secondo Giustino
Martire, il falegname "Giuseppe" era tutt'altro che un umile falegname, ma
aveva una impresa di costruzioni con molti operai alle sue dipendenze, ed
aggiunge che egli costruiva case di legno presso la costa del lago di
Tiberiade. Con molta probabilità si trattò invece di un costruttore di
navi e la costa non fu quella del lago di Tiberiade ma del mar
Mediterraneo.

Sebbene parecchie citazioni di antichi padri, di minore importanza,
indicano in Maria la figura di un personaggio di nobili origini e
svolgente anche il ruolo di sacerdotessa, tuttavia la voce "ufficiale" del
clero falsario preferì non servirsi di tali testimonianze, le quali, come
si intuirebbe, avrebbero dato maggior risalto alla figura della madre di
Gesù, e decisero di "scindere" tale figura in quella di Maria "Vergine" e
della peccatrice Maria Maddalena! (di nobili origini, nonchè sacerdotessa!)


Elio
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"..la fede in Dio non aggiunge nè toglie nulla
alla dignità raziocinante degli uomini; la fede
nelle religioni li riporta al loro stato primordiale,
quando l'uomo era appena uscito dalla sua
primitiva condizione bestiale per evolversi sino
alla stato attuale delle sue conoscenze."

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