domenica 21 dicembre 2008

NON ESISTE NESSUNA LEGGENDA ANTICA SUI MEROVINGI COME DISCENDENTI DI GESU' E MADDALENA

CENTRO CONTRO LE ERESIE SUL SANTO GRAAL

NON ESISTE NESSUNA LEGGENDA ANTICA SUI MEROVINGI COME DISCENDENTI DI GESU' E MADDALENA

Antares666 dice che esiste una leggenda antica che racconta che i Merovingi
discendono da M.Maddalena, ma da uteriori studi posiamo affermare che non è vero.
Infatti le leggende sulla Maddalena in Francia sono tardive, e comunque non accennno ai merovingi,
ma parlano di una santa ch visse in penitenza.

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S.M.MADDALENA-STORICAMENTE VISSE E MORI' AD EFESO
ANCORA ESISTE LA SUA TOMBA-S.GREGORIO DA TOURS LA VISITO' E SCRISSSE DI QUESTO.
S.Gregorio da Tours mort il 594 , viveva in Francia e frequentava la corte dei Franchi di cui scrisse libri,i Franchi sono i figli dei Merovingi,ora chi meglio di S.Gregorio da Tours, poteva saperre se S.M.Maddalena visse in Francia?
Le leggende delle S.Marie del mare non hanno nessun fondamento,sono tardive,inventate dai provenzali,dopo i presunti ritrovamenti dei resti di S.M.Maddalena,siccome da Efeso erea stata spostata a Costantinopoli e poi forse a Marsiglia, quando i crociati cercavano di salvare le relique dal saccheggio dei musulmani.
La "leggenda" dello sbarco nella Francia meridionale della Maddalena e di altre due Marie, episodio che avrebbe dato il nome al piccolo villaggio provenzale Les Saintes Maries de la Mer, cominciò invece a circolare nel IX secolo. Per motivi più prosaici che spirituali, i benedettini dell'Abbazia di Vézelay in Borgona iniziarono ad asserire di custodire il corpo della Santa, allo scopo di ravvivarne il culto e di promuovere così i pellegrinaggi. Nel 1265-67 i monaci nella basilica ormai ribattezzata col nome della Santa organizzarono l'ostensione e la traslazione dei presunti resti della Maddalena, facendo fiorire tutta una letteratura agiografica relativa alla Maddalena e al lancio del suo culto religioso in Francia e in Italia.

Ma di lei come sposa di Gesù nessun accenno venne mai fatto se non dalla fine dell'ottocento. "In pratica, nasce nella "controcultura" parigina di fine Ottocento formata da artisti contestatori, spesso impegnati nell'occultismo, che volevano scuotere le convenzioni. Per esempio, nel 1888 fu rappresentata a Parigi l'opera L'amante du Christ scritta da Darzens e l'amante era naturalmente la Maddalena".

"E' una figura chiave. La più vicina a Gesù. Dunque, "aggiustare" lo status della Maddalena significava, per riflesso, "aggiustare" anche la figura di Gesù. Nel 1896 fu pubblicato il Vangelo di Maria (Maddalena), un apocrifo importante che rafforzò il femminismo. Nei quadri, nei romanzi, la Maddalena divenne una femme fatale. Lawrence, autore de L'amante di Lady Chatterley, scrisse un racconto sulla Maddalena e Gesù intitolato Il risorto, pieno di doppi sensi."

Il Santo Graal come grembo della Maddalena è idea moderna con una precisa origine .Fu elaborata dalla più celebre società magica dei primi del Novecento, l'Alba Dorata, che aveva sedi a Parigi e Londra. Ben frequentata, molto chic, le sue dottrine s'ispiravano alla gnosi. Sosteneva che ogni aspetto maschile andava bilanciato con uno femminile, il "femminino sacro". Gli adepti inventarono meditazioni collegando la femminità al Graal dove appare un'Iside che dice "Io sono la coppa del Graal, io porto il sangue regale"."



L'interesse sulla Maddalena come sposa di Gesù viene quando è iniziata la caccia all'apocrifo più clamoroso, una caccia che ha costruito carriere importanti. Arrivò il Sessantotto, i Jesus Freaks, Jesus Christ Superstar. E nel 1970 due libri: Gesù era sposato? di Phipps, che coinvolgeva la Maddalena. E Il mortale segreto dei templari dell'occultista Ambelain per il quale la sposa di Gesù non era la Maddalena ma Salomé. E il matrimonio era conosciuto dai Templari. Ovviamente. Ambelain e Phipps ispirarono 25 anni fa Il Santo Graal di Baigent e soci…

La storia relativa a Gesù Cristo e a Maria Maddalena nasce tra il 1969 e il 1970, quando della vicenda del Priorato di Sion comincia a interessarsi un attore inglese che aveva recitato nello sceneggiato televisivo The Avengers (in Italia Agente speciale) negli anni 1960 con il nome di Henry Soskin, ed era poi diventato regista di documentari su soggetti misteriosi con il nome di Henry Lincoln. Questo attore e documentarista inglese entra in contatto con il trio de Chérisey - Plantard - de Sède e decide di riscrivere la storia de L’Or de Rennes in una forma più adatta al pubblico di lingua inglese, presentandola prima in tre documentari trasmessi dalla BBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato nel 1982 con l’aiuto di Michael Baigent e Richard Leigh The Holy Blood and the Holy Grail (tradotto in italiano nello stesso anno come Il Santo Graal, Mondadori, Milano). Lincoln si rende conto che a chi spetti il titolo di pretendente al trono di Francia è di scarso interesse per il pubblico inglese. Nello stesso tempo era stato introdotto da Plantard nel piccolo mondo delle organizzazioni esoteriche francesi dove aveva conosciuto Robert Ambelain (1907-1997), una figura notissima di questo ambiente. Nel 1970 Ambelain aveva pubblicato Jésus ou Le mortel secret des templiers (Robert Laffont, Parigi), dove sosteneva che Gesù Cristo aveva una compagna, pur non essendo legalmente sposato, e identificava questa «concubina» in Salomé. Lincoln mette insieme la storia del matrimonio di Gesù, che ricava da Ambelain, con quella dei Merovingi di Plantard e «rivela» che i Merovingi protetti dal Priorato di Sion sono importanti, ben al di là della rivendicazione del trono di Francia, perché discendono da Gesù Cristo e dalla Maddalena.( Cesnur)

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NON ESISTE NESSUNA LEGGENDA ANTICA SUI MEROVINGI COME DISCENDENTI DI GESU' E MADDALENA

Il fatto che Gesù abbia avuto dei figli e si sia sposato non compare in nessun scritto medioevale in realtà, in qualsiasi dipinto raffigurante una donna con in braccio il figlio il bambino era sempre Gesù Cristo. La Bibbia non menziona mai il Graal, sono gli scrittori medioevali a creare la leggenda del Graal, secondo uno dei racconti medioevali esso contiene il sangue di Cristo. Secondo Lincoln e compagni il Graal non poteva che essere il ventre della moglie di Gesù, ritengono che sia Maria Maddalena che secondo una leggenda portò il Graal, il bambino, in Francia, in seguito una delle discendenti di Cristo sposò un re franco dando vita alla dinastia merovingia. Ancora questo grande segreto sarebbe stato protetto da una potente e oscura organizzazione: Il Priorato di Sion. Negli anni 70' Lincoln esamina alcuni documenti alla Bibliotheque National, la biblioteca nazionale francese, e trova dei dossier che presumibilmente dimostrano l'esistenza del Priorato, diventano noti come le Dossier secrets. Quando Lincoln li trovò erano in buono stato, riportavano tutta una genealogia dei merovingi, c'è una lista della confraternità di Sion, dei grandi maestri tra cui spiccano Leonardi da Vinci e Newton. E' evidente che sono dei falsi dovrebbero essere stati scritti con due macchine da scrivere diverse agli inizi degli anni 60'. Il priorato di Sion non è mai esistito, o meglio era stato creato da Pierre Plantard, ma il 7 maggio 1956, invece sia per Lincolm che per Dan Brown era nato nel 1099 e aveva un braccio armato addirittura: i templari. In realtà i templari nacquero a Gerusalemme per difendere i cristiani dagli islamici, per garantire i pellegrinaggi. Dall'inizio del XII secolo combattono nelle crociate per difendere la terra santa. Con il loro coraggio ottengono presto ammirazione e ricchezza e uccidendo per Cristo divengono una terribile macchina da guerra, combattevano audacemente ed erano temuti, quando arrivavano i mussulmani scappavano. Per molti secoli gli storici li hanno trascurati, così non essendo conosciuti erano un perfetto telaio per intesserci una storia. Così i templari vengono da Lincoln e Dan Brown considerati i guardiani del Graal.

Autori francesi come Franck Marie (1978), Jean-Luc Chaumeil (1979, 1984, 1992) e Pierre Jarnac (1985, 1988) non hanno mai preso sul serio Pierre Plantard e il Priorato di Sion, al contrario di Baigent, Lincoln e Leigh. Essi conclusero rapidamente che si trattava di una bufala, delineando i motivi del loro verdetto, e fornendo prove dettagliate che gli autori di Holy Blood non avevano riportato per esteso. Implicano inoltre che queste prove sono state ignorate da Baigent, Lincoln e Leigh allo scopo di sostenere la versione mitica della storia del Priorato, infatti Jean-Luc Chaumeil li aveva informati un anno prima della pubblicazione del loro libro della falsità di quei documenti. Scoprì come anche le pergamene erano state create, per autenticare la confraternita di Sion dovevano citarla nelle pergamene. Philippe de Chérisey, un marchese erudito, fu lui a creare le pergamene in accordo con Plantard, Jean-Luc Chaumeil trovò le pergamene originali con l'aggiunta importante che afferma che sono state scritte a mano da Philippe de Chérisey. D'altronde Jean-Luc Chaumeil ha trovato anche un documento di quaranta pagine una confessione di Philippe de Chérisey che spiega come hanno organizzato tutto. La confraternita di Sion esisteva ma fu fondata da Plantard e era composta da quattro o cinque membri. L'intero piano era stato architettato per rendere Plantard discendente al trono di Francia, per renderlo successore dei merovingi, Philippe de Chérisey lo aiutò per divertimento e Gerarde de Sedè lo aiutò con il suo libro, era tutta una burla creata ad arte.

Quando nel 1982 uscì il libro Il Santo Graal la burla iniziò a diventare seria, quello che interessava a Plantard era di risultare successore della dinastia merovingia, non di certo discendente di Cristo, fu così che disse che quel libro conteneva molte invenzioni, di cui la più grande è la discendenza di Cristo, affermando di non aver mai dichiarato di essere discendente di Cristo. Gerarde de Sedè scrisse un secondo libro in cui spiegava la burla da cui è nato tutto. D'altronde anche la storia della ricchezza del prete Bérenger Saunière di Rennes-le-Château, si scoprì derivante da altro, la risposta si trova nei diari del sacerdote esposti al museo di Rennes. Era diventato ricco vendendo indulgenze a ricchi nobili, la prova è nei suoi registri, ha venduto migliaia di indulgenze.

Nel 1989 Pierre Plantard cercò senza riuscirci di salvare la sua reputazione e il suo programma sostenendo che il Priorato di Sion era stato in realtà fondato nel 1681 a Rennes-le-Château. Nel settembre 1993, egli sostenne che Roger-Patrice Pelat era stato Grande Maestro del Priorato di Sion. Pelat era un amico dell'allora presidente francese François Mitterrand ed era al centro di uno scandalo che coinvolgeva il Primo Ministro francese Pierre Bérégovoy. Un tribunale francese ordinò una perquisizione nell'abitazione di Plantard, trovando molti documenti, inclusi alcuni che proclamavano Plantard come vero re di Francia. Sotto giuramento, Plantard ammise che aveva fabbricato tutto, compreso il coinvolgimento di Pelat con il Priorato di Sion. A Plantard venne ordinato di cessare e desistere da tutte le attività legate alla promozione del Priorato di Sion e visse lontano dai riflettori fino alla sua morte, avvenuta a Parigi il 3 febbraio 2000.http://www.cristiani.altervista.org/teologia/codice/introduzione.htm



http://groups.google.com/group/centro-contro-le-eresie-sul-santo-graal?hl=it

sabato 13 dicembre 2008

MADDALENA SUPERSTAR

RISCOPERTE Mentre esce un capolavoro sconosciuto del Seicento dedicato alla santa piu' scandalosa, Giovanni Pozzi ripercorre una leggenda sacra e profana
MADDALENA SUPERSTAR
Tre personaggi in uno: peccatrice, convertita, mistica

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ RISCOPERTE Mentre esce un capolavoro sconosciuto del Seicento dedicato alla santa piu' scandalosa, Giovanni Pozzi ripercorre una leggenda sacra e profana dal nostro inviato PAOLO DI STEFANO TITOLO: SUPERSTAR Tre personaggi in uno: peccatrice, convertita, mistica "Tutto comincio' dai Vangeli. Poi vennero le agiografie, i madrigali, i poemi barocchi e un curioso romanzo quello del nobile genovese Brignole Sale. Per narrare una vita prima libertina, poi casta, infine ascetica" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - NLUGANO obile per nascita, un' infanzia felice anche se vissuta severamente, poi la morte dei genitori. Maria Maddalena trascorre in liberta' gli "anni piu' bollenti". Una giovinezza in cui il mondo le appare "tutto latte, tutto miele, tutto delizie", una bellezza candida e splendente: i denti come perle, le labbra come rose, gli occhi come stelle o aurore, il "biondo crine". Il suo corpo e' una calamita capace di attrarre a se' i cuori. Una grazia che si confonde con la grazia di Venere. E "il fuoco della gioventu' " divampa impetuoso quando viene meno "la custodia d' una madre guardinga". Verra' il tempo del peccato e della lussuria sfrenata. Ma la sorella Marta la convincera' a conoscere "un giovane di belta' piu' che naturale". Quel giovane e' Gesu' di Nazareth. Ed ecco l' incontro, ecco la conversione: "Corsele per ogni vena un orror confuso di vergogna... senti' cadersi Maddalena rotto in mille pezzi l' antico cuore e crearsene un nuovo". Ma la leggenda continua, e racconta il pentimento pubblico di Maria Maddalena, che con le sue lacrime lavera' i piedi di Cristo, e li asciughera' con i lunghi capelli; Gesu' fara' risorgere suo fratello Lazzaro; lei lo accompagnera' ovunque, fino alla croce e dopo la morte Gesu' le annuncera' la sua resurrezione. Maddalena andra' predicando, sara' perseguitata dai giudei, viaggera' per mare e miracolosamente trovera' riparo presso Marsiglia. Li' comincia la sua vita eremitica, il digiuno, l' autofustigazione, l' estasi. Tutto questo ci viene narrato da un nobile genovese del Seicento, Anton Giulio Brignole Sale, in un libro considerato il capolavoro del romanzo religioso italiano: Maria Maddalena peccatrice e convertita. Scritto nel 1636, ci viene ora riproposto in una edizione a cura di Delia Eusebio nella collezione Pietro Bembo (Guanda, pagg. 541, lire 58.000) diretta da Dante Isella e Giovanni Pozzi. Prosimetrum, un' opera cioe' che alterna prosa e versi, il romanzo di Brignole Sale contiene e sviluppa tutti i motivi della leggenda di Maria Maddalena, forse la santa piu' scandalosa e piu' ambigua della storia del cristianesimo. Dipinta e glorificata da eserciti di artisti, fino a Rosai e De Chirico; cantata da eserciti di poeti, narrata da eserciti di scrittori fino al nostro secolo, compresa Marguerite Yourcenar. Persino messa in musica, per esempio da Claudio Monteverdi. Discussa in convegni, assunta a tema di mostre monografiche (si ricordera' quella di Palazzo Pitti a Firenze nell' 86). Soprattutto, Maria Maddalena viene frequentata dalla leggenda e dalla agiografia, dalla devozione e dal culto, ben prima che Martin Scorsese, nell' Ultima tentazione di Cristo, il film "blasfemo" del 1988, affidasse le sue spudorate sembianze a Barbara Hershey. "Me ne infischio, io, del Regno dei cieli! E' la terra che mi piace; voglio sposarmi, sposare Maddalena, e peggio per me se e' una prostituta, e' colpa mia se lo e' diventata, sono io che la salvero' ...", dira' Gesu' nel romanzo di Kazantzakis da cui Scorsese ha tratto il suo film. Per affrontare la complessita' di un personaggio che non finisce di eccitare la fantasia contemporanea, abbiamo incontrato Giovanni Pozzi, padre minore cappuccino, nato a Locarno nel 1923, allievo di Billanovich e di Contini, per tre decenni professore di Letteratura italiana all' Universita' svizzera di Friburgo, filologo e studioso della poesia barocca, in particolare di Giovan Battista Marino (sua e' l' edizione dell' Adone); indagatore, tra l' altro, dell' oratoria sacra, dei rapporti intimi tra parola e immagine nel Seicento, della "poesia per gioco", degli enigmi iconico poetici. La sua ultima raccolta di saggi, dopo La parola dipinta, si intitola Sull' orlo del visibile parlare (Adelphi). . Padre Pozzi, come si sviluppa l' immensa fortuna di Maria Maddalena? "La sua fortuna letteraria e artistica, che risale all' alto Medioevo e a ondate successive arriva fino a noi, va tenuta ben distinta rispetto alla fortuna devozionale e alla leggenda, anche se vi si collega per molti aspetti. Il personaggio di Maria Maddalena nasce dai Vangeli e sin dall' inizio si sviluppa in due direzioni: da una parte negli apocrifi, dall' altra negli gnostici. E' noto che la leggenda confonde tre Marie evangeliche: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni e che ha seguito il Cristo sul Calvario; Maria di Betania, che fu rimproverata dalla sorella Marta e difesa da Gesu' , ed e' la sorella di Lazzaro; e la generica convertita di cui parla Luca, che ottenne da Gesu' il perdono dei propri peccati. In Giovanni, Gesu' risorge a Maddalena, che diverra' la sua prima messaggera. Sono tutti episodi molto suggestivi che vengono fusi in un solo personaggio dalla leggenda". . Perche' questa fusione? "La sintesi si deve a Gregorio Magno e si impone in Occidente. Dal IX secolo, le "vite dei santi", che fioriscono con il rafforzarsi della devozione, divulgano la leggenda di una Maria Maddalena che unisce in se' le tre figure evangeliche. Ormai la filologia testamentaria e' favorevole alla distinzione. In Oriente i tre personaggi sono sempre rimasti separati". . Ma che cosa viene aggiunto dalla leggenda rispetto alle informazioni evangeliche? "La leggenda completa e ricostruisce le vicende della santa dopo l' ascensione di Cristo, per esempio il viaggio su una nave senza timone che si conclude per miracolo con l' approdo a Marsiglia. Poi, tutta la parte penitenziale, la vita eremitica nella grotta di Sainte Baume vicino a Marsiglia. Questo e' il risultato di un altro innesto, quello della leggenda di Maria Egiziaca, un personaggio inventato che non fa concorrenza a Maria Maddalena ma la completa". . Questo cumulo di personaggi in uno contribuisce all' ambiguita' di Maria Maddalena e alla possibilita' di raffigurazioni e di letture diverse... "Certo. Per esempio, prendiamo un fatto in fondo poco spettacolare ma molto significativo e di grande impatto: la Maria Maddalena che sta ai piedi della croce commette un' infrazione perche' ai piedi della croce dovrebbe stare un discepolo. Ma quell' infrazione Gesu' la approva e quell' episodio permettera' a Maria Maddalena di assumere un ruolo molto importante nella promozione della donna. Forse e' per questo che ha avuto tanta fortuna presso gli gnostici. Poi, e' chiaro che i diversi momenti storici mettono in evidenza un aspetto della santa e ne tengono in ombra altri". . In questo senso, allora, il romanzo di Brignole Sale si puo' considerare una "summa" dei motivi che accompagnano il personaggio di Maria Maddalena? "Dal punto di vista della vicenda, Brignole Sale non inventa assolutamente nulla. La vita di Maddalena e' quella data dall' agiografia. Brignole Sale ricama sui motivi, soprattutto sulla bellezza nei suoi vari aspetti, che e' il motivo segreto che percorre tutto il romanzo, cosi' come altre metafore: il fuoco, rappresentato prima dalle fiamme del desiderio e poi dal pallore della cenere; e poi l' acqua, il pianto, le lacrime. Questi motivi torneranno combinati in tutti i modi possibili. Il fatto piu' significativo e' che Brignole Sale adotta la forma romanzo, un genere di consumo ancora agli inizi, assumendo un argomento sacro che si presta bene alla rappresentazione della bellezza. Negli inserti poetici, che sono delle amplificazioni, Brignole Sale sviluppa le sue fantasie barocche. Va detto, tra l' altro, che l' autore scrisse questo libro prima della conversione, quindi ha molte venature libertine, e' un tipico impasto barocco di sacro e profano. Come la sua eroina, del resto: per questo piace tanto al gusto moderno". . Ma come si puo' consigliare la lettura di Brignole Sale al lettore moderno? "Consiglierei di leggere il romanzo a piccole porzioni, magari seguendo l' indice tematico (erano gli autori secenteschi stessi a compilare indici tematici per le loro opere), saltando qua e la' a seconda dei temi, che sono come lanterne magiche. La lingua e l' eccesso di metafore possono essere d' ostacolo a una lettura continuata. Sarebbe come mangiare un cibo con troppa salsa". . Dunque, e' la metamorfosi di Maria Maddalena a sollecitare diversi punti di vista. Puo' fare qualche esempio sul piano figurativo? "La rappresentazione iconografica della Maddalena viene da lontano: basti pensare alla pittura medievale. Il Beato Angelico la rappresenta attaccata ai piedi di Gesu' anche al momento della deposizione. Botticelli la ferma nell' attimo della conversione. Masaccio, nei primi del Quattrocento, la raffigura ai piedi della croce, in rosso, con lunghi capelli sciolti. Vincent Malo ce la fa vedere mentre lava i piedi al Cristo deposto. In pieno XV secolo, di solito abbiamo la figura di Maria Maddalena sola con un vaso di unguenti. Ovviamente, con una grande eccezione, quella di Donatello, straordinaria. Tra fine Quattro e inizio Cinquecento c' e' la cortigiana, elegante e con vesti sontuose, a volte discinta. Con Tiziano abbiamo la penitente nella grotta, ma il tema biblico e' un modo per evitare la censura di fronte alla nudita' : basti pensare a tutte le Susanne cinquecentesche al bagno. Sostituire Venere con una santa era un artificio per rispettare gli obblighi imposti dalla Chiesa. In altri casi, non c' e' nudo, come nei bellissimi dipinti di La Tour, per esempio quello con lo specchio. In Caravaggio trionfa l' estasi, cosi' come in Rubens. Le varianti sono moltissime: dalla rappresentazione erotica della peccatrice, a quella mistica e devozionale, a quella penitenziale, eccetera". . E la letteratura? "L' esplosione si ha nel Seicento, specialmente in Francia. Ricordo che in Francia nel Medioevo Maria Maddalena (le cui reliquie si conservano in tre luoghi: a Ve' zelay, a Marsiglia e a Efeso) viene assunta come rappresentante di un grande ordine monastico, quello di Cluny, e diventa la protettrice dell' eremitaggio. La sua importanza, in Francia, dura fino all' Ottocento, quando Maria Maddalena diventa la bandiera della restaurazione cattolica (penso, per esempio, al padre Lacordaire). Ma torniamo al barocco. L' autore piu' famoso che nel Seicento si occupa di Maddalena e' il provenzale Pierre de Saint Louis, il quale scrive un poema barocco straordinario che fu fonte di dileggio da parte della cultura francese, mal disposta verso il concettismo. Questo Pierre costruisce, attorno alla Maddalena, giochi incredibili, acrostici, anagrammi, metafore ardite. Poi c' e' una ricca serie di pezzi lirici, madrigali e sonetti: in Italia, Marino ne ha di bellissimi. Sarebbe inoltre straordinario raccogliere le prediche secentesche su Maria Maddalena come esempi della piu' incredibile eloquenza barocca". . Torniamo indietro, abbiamo dimenticato Aretino, che pure si interessa al personaggio. "Aretino, ovviamente, aveva i suoi buoni motivi per parlare di Maria Maddalena. Ma la assume come pendant dei personaggi piu' osceni, perche' gli serve giocare con la mistica". . E il Novecento? Testori, per esempio, fa un libro su Maddalena con proprie poesie accompagnate da molti quadri, soprattutto barocchi. "Lasciamo perdere Testori. Certo, poteva piacergli il personaggio di Maria Maddalena: ma i suoi ultimi testi sono le miscele disgustose di un dannunziano cattolico, piene di sporcizie. Crede di essere barocco, ma il barocco lombardo e' un' altra cosa".

Di Stefano Paolo


Pagina 23
(15 gennaio 1995) - Corriere della Sera



http://archiviostorico.corriere.it/1995/gennaio/15/MADDALENA_SUPERSTAR_co_0_950115699.shtml

SANTA MARIA MADDALENA

Il lungo viaggio della Maddalena
Autore: Riva, Sr. Maria Gloria Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it


Santa M.Maddalena
Si è fatto un gran parlare di lei fin dai primi secoli della cristianità. Già da IV secolo, presso i greci, come testimoniano le omelie di san Giovanni Crisostomo e di Gregorio di Nissa, era ricordata con le sante donne che al mattino di Pasqua, quand'era ancora buio, corsero al sepolcro con gli aromi per completare la sepoltura del Signore Gesù. La seconda domenica dopo Pasqua era detta, appunto, «domenica delle mirrofore». In Palestina, a Betania, si ritrovano tracce del culto a Maria sorella di Lazzaro, che san Leone Magno fu tra i primi ad identificare con Maria Maddalena. Due santuari dedicati particolarmente a questa santa si trovano ad Efeso e Costantinopoli. Efeso vantava di essere in possesso della tomba della Maddalena, deposta in una caverna. Così ne parla il Sinassario Costantinopolitano ponendo la grotta della sua sepoltura a Efeso e associandola alla grotta dove trovarono rifugio i sette dormienti: Massimiano, Malco, Marciano, Dionisio, Giovanni, Serapione e Costantino. Questi, come narra la leggenda, si addormentarono per 159 anni sfuggendo alla persecuzione di Decio. Fonte di questa leggenda, e di quella legata a santa Maria Maddalena, è il celebre testo di Jacopo a Varagine (o da Varazze), vescovo di Genova del XIII secolo dal titolo Legenda Aurea, in cui sono narrate vita e gesta di innumerevoli santi.

Alla vita della Maddalena così come la racconta Jacopo da Varazze è dedicata una vetrata della cattedrale di Charter, mentre un affresco di Giotto sintetizza mirabilmente tutta la vicenda.

Nel bel mezzo del mare minaccioso una piccola barca senza remi sembra abbandonata al capriccio delle onde. Se nonché, seguendo la direzione dello sguardo della Maddalena e di un altro dei sei personaggi a bordo, ci si accorge che una misteriosa provvidenza vigila sulla rotta di quella imbarcazione precaria. Due angeli sembrano trainare, con la forza della loro presenza, la barca verso il porto, del quale si distinguono bene il faro e l‘attracco.
Secondo la Legenda Aurea, dopo che i discepoli furono partiti per evangelizzare il mondo, la Maddalena, per ordine di Pietro, fu affidata alle cure di san Massimino, uno dei settanta discepoli del Signore. Avvenne però che, tanto san Massimino, che la Maddalena, il fratello Lazzaro, la sorella Marta, Marcella serva di Marta e Sardonio il cieco nato guarito da Gesù, furono catturati insieme ad altri cristiani e condannati a morte. I miscredenti caricarono la Maddalena e i suoi cinque compagni sopra una barchetta senza né remi né timone e li abbandonarono ai marosi affinché affogassero. Dio però, vegliava su di loro e per mano di angeli li condusse a Marsiglia. Qui la Maddalena conobbe il Principe del luogo il quale, per propiziarsi gli dei, stava sacrificando agli idoli chiedendo di guarire la moglie dalla sterilità. Maria Maddalena lo supplicò di non farlo e parlò al Principe e alla consorte di Cristo, il Signore dei signori e del Padre suo, Dio degli dei. Il Principe e la moglie si lasciarono convincere affascinati com‘erano dal parlare infuocato di quella straniera. Poco dopo la Principessa restò in cinta e decisero così di salpare da Marsiglia alla volta di Roma per incontrare l'apostolo Pietro del quale tanto aveva raccontato la Maddalena. Lungo il tragitto però il Bambino morì e con lui anche la Madre. Il Principe, per non abbandonare la moglie in pasto ai pesci del mare, lasciò il suo corpo inerte su una spiaggia e continuò il viaggio verso Roma. Qui narrò a Pietro dell‘accaduto, l‘incontro con Maria di Magdala e la sorte toccata alla giovane moglie e al figlioletto che portava in grembo. Pietro lo confortò e lo portò con sé a Gerusalemme facendogli conoscere tutti i luoghi dove era passato il Signore Gesù. Dopo due anni il Principe fece ritorno, ma giunto nei pressi della spiaggia dove aveva abbandonato il corpo della moglie, vide un bimbetto correre lungo il mare e gettare sassi verso la nave. Il Principe attraccò e, con grande stupore si accorse che era proprio suo figlio, il quale si nutriva al seno della madre, nonostante questa giacesse senza vita. Allora il Principe capì che quel miracolo glielo aveva ottenuto Maria Maddalena e come la invocò, attribuendole in segno di gratitudine la maternità di quel figlio, la moglie incominciò a respirare e a riprendere vita.
L'affresco di Giotto sintetizza tutta la vicenda immortalando il momento in cui il Principe attracca all‘isolotto e scorge il corpo incorrotto della moglie nel quale si scorge il viso di un Bimbo rifugiato nel manto materno.

Questi tratti, del tutto leggendari, si mescolano con una seconda leggenda legata alla dinastia dei merovingi, secondo la quale il capostipite, di nome Mervee, nacque da un atto di violenza del mostro marino Quintotauro nei confronti della madre di Mervee, appunto. L‘assonanza del nome Mervee con quello di Maria Magdala fece il resto: Mervee divenne figlio della donna di Palestina nato dalla sua relazione con Gesù. Il fortunoso viaggio fino a Marsiglia fece sì che proprio in Francia avesse origine la vera stirpe di Sangue reale (Sang Real da cui SanGraal...)

Il tema della relazione di Cristo con Maria di Magdala lo si deve a una lettura del tutto distorta dell‘apocrifo vangelo di Filippo. Questo Vangelo, nato circa duecento anni dopo i Vangeli canonici, è sorto in un contesto di sette gnostiche che vietavano il matrimonio, nutrendo grande disprezzo nei confronti della corporeità. Il testo completo è stato rinvenuto nel 1945 a Nag Hammadi, ma alcuni frammenti erano noti fin dall‘antichità.
Il Vangelo di Filippo così parla della Maddalena: “Tre donne camminavano sempre con il Signore: Maria sua madre, Maria la sorella di lei e la Maddalena, la quale è detta sua compagna. Maria, in realtà, è sorella, madre e coniuge di lui” (versetto 32).E ancora al versetto 55: “La Sofia detta sterile è la madre degli angeli; la compagna di Cristo è la Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e la baciò più volte sulla bocca. Le altre donne, vedendo il suo amore per Maria, gli dissero: Perché ami lei più di noi tutte? Il Salvatore rispose loro: Come mai io non amo voi come lei?”
L‘antica Sofia, madre del mondo materiale (negli angeli si devono vedere i corpi celesti: pianeti costellazioni ecc.) è ormai sterile, al suo posto sta la vera Sofia, quella che esce dalla bocca del creatore ed è sposa dell‘anima di Cristo. Questa Sofia viene identificata con la Maddalena, la cui corporeità, come del resto quella di Cristo, è pura apparenza. Dalla corporeità - secondo il Vangelo di Filippo - è necessario, dunque, liberarsi ed entrare in un rapporto con Cristo del tutto spirituale, proprio come quello della Maddalena.
Da una lettura distorta di questo testo, ignara (o volutamente incurante) di certe teorie gnostiche, è nata la leggenda della relazione tra Cristo e la Maddalena che avrebbe generato la vera stirpe cristiana. Tracce del culto gnostico della Maddalena si possono ritrovare nelle basiliche paleocristiane di Cimatile (Otranto).

Se la Legenda Aurea, come altri testi spirituali quali quello del IX secolo di Rabano Mauro, arcivescovo di Magonza, hanno influenzato l'iconografia di Maria di Magdala, la lettura distorta del Vangelo di Filippo (e la sovrapposizione a questo di altri testi leggendari) ha avuto molta fortuna producendo una ricca letteratura, compreso il purtroppo celebre romanzo su un presunto codice da Vinci.
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=243&id_n=9387